Spesso mi chiedono la ricetta della piadina, è evidente che non mi passa lontanamente per la testa di dare la mia.. 🙂 , soprattutto perchè ognuno la personalizza e la taglia sulla propria sensibilità culinaria. Bisogna partire dal presupposto che la cucina Romagnola in genere è povera, non ha grandi fronzoli, e la piadina non sfugge a questa regola. Sulle tavole romagnole sostituisce il pane da sempre, anche perchè più rapida da preparare. La ricetta di base si può riassumere in:
Un chilo di farina (0 o doppio 0, dipende dai gusti);
4 grammi di bicarbonato di sodio,
300 grammi di strutto (può essere anche meno, lo strutto conferisce la morbidezza)
sale a gusto
si impasta il tutto con acqua creando un impasto molto sodo, lo si fa riposare un po’ (poco, anche meno di mezzora), si stende col mattarello, ricordandosi di usare la farina sul mattarello stesso in modo che non si attacchi l’impasto, e una volta stesa si cuoce su un piano liscio di cottura, quello tradizionale sarebbe in terracotta perchè conferisce porosità, ma va bene qualsiasi superficie.
Come vedete è davvero semplicissima da preparare, povera negli elementi, ma ricca al palato. Da questa base si scatena la fantasia delle Romagnole, c’è chi aggiunge il miele o lo zucchero (in realtà serve solo a conferire un colorito più giallo, non si apprezza una vera differenza al palato, almeno a me pare, ma se volete provare.. ), chi al posto dello strutto usa l’olio di oliva (la piadina rimane un po’ più secca e un po’ più leggera), chi al posto dell’acqua nell’impasto usa il latte (la rende più delicata) o addirittura il vino bianco (ma poi attenzione all’alcool test. 🙂 . Nell’impasto poi si può inserire di tutto, dalle olive al rosmarino a qualsiasi altra cosa a piacere. Quindi alla Romagnola, un piatto di base essenziale, ma dalle infinite possibilità di divertimento. Se avete notizie di varianti scrivete su questo post, magari ne inventiamo di nuove. La mia personale ricetta… beh.. provate una della mie piadine o crescioni e poi mi direte.